Il mutismo selettivo è un
quadro clinico complesso che rientra nella categoria dei disturbi d’ansia
in età evolutiva.
Il bambino affetto da mutismo selettivo si presenta
come incapace nel parlare e nel comunicare in modo efficace in contesti sociali
da lui selettivamente percepiti come minacciosi (ad esempio, la scuola).
Negli
ambienti in cui, al contrario, sperimenta stati di benessere e sicurezza, il
bambino risulta perfettamente in grado di comunicare ed esprimersi
liberamente.
È importante sottolineare che il bambino che manifesta questo
tipo di difficoltà non sta mettendo in atto un comportamento intenzionalmente
oppositivo, non cerca costantemente di attirare l’attenzione di chi lo
circonda, al contrario, si sente sopraffatto da uno stato ansioso difficile da
gestire. Una gran percentuale di questi bambini, circa il 90% di essi, presenta
in associazione al mutismo selettivo un quadro di fobia sociale.
Essi appaiono, dunque, come estremamente timidi,
timorosi e spaventati dall’eventualità di imbattersi in interazioni sociali
nelle quali prevedono l’urgenza di dover parlare e comunicare. Si sentono
esposti al giudizio, assumono un comportamento non verbale rigido e impacciato,
uno sguardo assente, inespressivo e, se si rendono conto di essere oggetto
dell’attenzione di altri, tendono a evitare il contatto oculare, a trovare
qualcosa con cui giocherellare e/o cercano di nascondersi. Danno, dunque,
l’impressione di ignorare l’altro anche se in realtà temono il confronto in un
ambiente percepito come poco sicuro in cui hanno il sentore che l’aspettativa
riversata nei loro confronti sia troppo elevata rispetto alle risorse che
sentono di possedere per farvi fronte. Questi atteggiamenti possono, dunque,
compromettere l’impegno sociale del bambino conducendolo a uno stato di
isolamento.
Secondo il DSM 5, si può formulare una diagnosi di Mutismo
Selettivo quando: