Il
tic è un movimento o vocalizzazione improvvisa, rapida e ricorrente, non
ritmica, che varia per frequenza, intensità e tipologia. Si distinguono:
Possono presentarsi in maniera isolata o multipli ovvero diversi tic a localizzazione multipla; si distinguono in semplici, se riguardano un singolo muscolo o un solo gruppo di muscoli, o complessi, se consistono in sequenze più elaborate di movimenti. I tic motori semplici sono di breve durata (millisecondi) e possono comprendere ad esempio il battito degli occhi o scrollare le spalle.
I tic
vocali semplici comprendono schiarirsi la gola, tirare su il naso…e sono spesso
causati dalla contrazione del diaframma o dai muscoli dell’orofaringe. I tic
motori complessi sono di più lunga durata (secondi) e comprendono una
combinazione di tic semplici in sequenza. I tic vocali complessi allo stesso
modo sono ripetizioni di parole, dell’ultima parola udita (ecolalia) o pronunce
di parole socialmente inaccettabili.
I disturbi da tic vengono cosi classificati:
Nel
caso in cui si osserva la combinazione di almeno due tic motori ed uno sonoro,
più volte al girono, quasi ogni giorno e persistenti per almeno un anno, in
assenza di condizioni mediche, o abuso di sostanze, si fa diagnosi di Sindrome di Tourette
(ST).
L’età media dell’esordio della sindrome di Tourette è di 5 anni, sebbene più del 40% dei soggetti sviluppi i primi sintomi in età antecedente. I tic complessi appaiono generalmente più tardi rispetto a quelli semplici, come i tic vocali seguono solitamente quelli motori.
Nella maggior parte dei pazienti il periodi di esacerbazione dei tic è compreso tra gli 8 e i 12 anni, per stabilizzarsi durante durante il periodo adolescenziale. Dopo i 18 anni si assiste, in genere, ad una riduzione dei tic sia per intensità che per frequenza.
Molto spesso, i tic sono accompagnati da altri disturbi cognitivi o comportamentali, ed in media, i giovani con la Sindrome di Tourette potrebbero soddisfare i criteri per due ulteriori condizioni psichiatriche (Freeman et al., 2000).
I disturbi cronici in età pediatrica sono stati associati con una vasta gamma di difficoltà: aggressività, impulsività, disturbi dell’umore e dell’ansia, scarse abilità sociali, livelli più elevati di conflittualità familiare, e comportamenti ossessivo-compulsivi (Leckman et al, 1999; Spessot & Peterson, 2006).