Il metodo tiene conto non
solo dell’aspetto motorio-sensoriale ma anche di quello cognitivo-linguistico e
sociale-emotivo della produzione linguistica e comunicativa.
La tecnica è utilizzata
con pazienti che presentano condizioni eterogenee, ad esempio:
·
Disprassia evolutiva
·
Disturbo fonetico-fonologico
·
Aprassia articolatoria
·
Disabilità intellettiva
·
Disturbo dello spettro
autistico con compromissione della produzione linguistica
·
Ipoacusie
Alla base
dell’approccio c’è la valutazione globale del paziente con disturbi dello
speech e l’utilizzo dei cosiddetti PROMPT da parte del terapista adeguatamente
formato; tali PROMPT consistono in input tattili cinestetici che il logopedista impone agli organi
articolatori del paziente, stimolando mandibola, labbra e lingua.
I prompt
sono alla base della tecnica e la loro somministrazione avviene sempre
all’esterno del cavo orale ed ha come scopo quello di guidare le traiettorie
articolatorie, inibire movimenti estranei e disfunzionali, fornire informazioni
sulla durata del movimento articolatorio per ogni singolo fonema e sulla
transizione tra un fonema e quello successivo.
Attraverso l’utilizzo di tali input il logopedista aggiunge informazioni tattili sensoriali a quelle uditive e visive
normalmente utilizzati in sede di terapia, permettendo al paziente di integrare
l’aspetto motorio della produzione con quello cognitivo-linguistico e favorendo
dunque il miglioramento della produzione linguistica e comunicativa.